SMDATA Lab inizia a muovere i primi passi (per le sole infrastrutture digitali SOHO) nell’emergente settore digitale delle Agentic-Tech, con un forte focus su Privacy Enhancing Technologies/Techniques & Confidential Computing basato sull’Informatica Libera (Linux & FLOSS)


Le recenti innovazioni tecnologiche, unite alla crescente richiesta da parte di aziende e consumatori di maggior “privacy e controllo” lato uso del proprio computer, smartphone, internet, stanno creando nuove opportunità di mercato per le emergenti tecnologie basate sull’agentività digitale (basta googlare per scoprire che “Agentic-Tech” è un nuovo termine creato da un gruppo di VC americani per indicare un insieme di tecnologie legate alla salvaguardia-miglioramento di privacy, gestione-identità, crittografia e anti influenza, condizionamento, manipolazione, sorveglianza, ingerenza, frode).

Ovviamente tali tecnologie esistono già da anni (anche se poco conosciute al di fuori della cerchia geek, giornalismo, sicurezza, difesa) e sono state sino ad ora principalmente utilizzate da chi necessita quotidianamente di usare con la massima discrezione-sicurezza i propri strumenti digitali (vedi i giornalisti d’inchiesta……ma sono innumerevoli le categorie di altri professionisti legati a numerosi altri comparti dell’economia lecita ed ahimè anche illecita).

Al solito molte delle soluzioni offerte sono principalmente commerciali (oltre che straniere) e rischiano di tagliar fuori buona parte degli utenti-organizzazioni (tradizionalmente cittadini, micro-piccole imprese del territorio con basso livello di digitalizzazione, il terzo settore, il sociale e i comuni locali) che non dispongono delle necessarie risorse finanziarie e di supporto tecnico per adottare tali tecnologie “agentiche”.

Con il progetto SMDATA Lab (nel mio micro-piccolo) intendo ricercare, testare, adottare, promuovere e integrare (per infrastrutture informatiche SOHO) solo le migliori tecnologie agentiche già esistenti, basate sul software-libero (fruibile principalmente in modalità on-premises e secondariamente tramite servizi Saas cost-effective, sempre basati su FLOSS) facilmente implementabili, eco-sostenibilmente, grazie al riuso dei vecchi PC del cliente (desktop/notebook anche datati) e formattazione con il più sicuro, minimalista, efficiente, affidabile (lato preservazione privacy) sistema operativo libero Linux.

Queste emergenti tecnologie (e relative tecniche per utilizzarle al meglio), nascono per migliorare l’agentività (intesa come capacità di esercitare in autonomia un’azione cosciente sul proprio comportamento, in questo contesto specifico lato mondo digitale-informazione) e il controllo degli individui sulla loro privacy, dati, assets (esempio depositi E-banking, E-wallet) e informazioni.

Basandomi sulle analisi delle VC d’oltreoceano ad oggi si possono sinteticamente distinguere 3 macro ambiti per le tecnologie agentiche (Agentic-Tech):

Privacy e Proprietà dei Dati: migliorando la privacy (laddove si riesce anche l’anonimato) degli utenti e aumentando il controllo degli individui sui dati personali attraverso le privacy enhancing technologies/techniques (PETs) ed il Confidential Computing (es. cifrature dei supporti di memoria)

Sicurezza e Protezione: proteggendo individui e organizzazioni da minacce nel mondo virtuale e fisico, inclusi cybersecurity, mitigazione del rischio, profilazione-sorveglianza, OSINT e soluzioni difensive

Integrità dell’Informazione: promuovendo l’integrità, la trasparenza, l’accessibilità e la qualità delle informazioni pubbliche che si ricerca/si accede. Questo include l’analisi forensica dei media digitali, trasparenza algoritmica, strumenti di elusione e anti-censura, strumenti contro disinformazione (tecniche di fact-checking rilevamento fake-news/deep-fakes) e frodi (rischi che sono cresciuti esponenzialmente con la diffusione dell’AI)

Sino a questo momento si è operato sul mercato principalmente lato leggi, regolamentazioni e procedure (il più delle volte solo cartacee e/o comunque di difficile esecuzione) per tutelare la privacy di cittadini ed organizzazioni, ma i tempi sono ormai maturi per concentrarsi anche (e soprattutto) sull’adozione diffusa di tecnologie e tecniche “native-mirate-dedicate-efficaci” alternative a quelle (in salsa “Cybesecurity/Privacy-Washing”) introdotte dai big players del IT internazionale che difficilmente (per ovvi ed aggiungo legittimi interessi di business) potranno difenderci da quello che è il moderno e pervasivo capitalismo della sorveglianza come magistralmente illustrato nel saggio di S. Zuboff.