Informatica Libera (Linux, FLOSS, Open Source) & Riuso dei propri vecchi PC per Innovare-Digitalizzare con convenienza, minimalismo e sostenibilità sul territorio

SMDATA Lab è un progetto professionale indipendente (intrapreso durante il lockdown) rivolto al settore privato (micro-piccole imprese) e pubblico (in particolare sociale, terzo settore), concepito anche per mettere a disposizione sul territorio le mie competenze informatiche lato “inclusività digitale” ed “age-tech”, aiutando così le persone con un basso livello di competenze digitali o in là con l’età a utilizzare “in maniera consapevole e sicura” il PC, il web, i dispositivi elettronici (reti dati domestiche, telefonia mobile, tecnologie-apparecchiature per l’intrattenimento domestico) e i numerosi servizi online commerciali (e-commerce per la spesa on-line, e-banking), governativi e della pubblica amministrazione.

Attraverso i miei servizi cerco di fornire piani di innovazione ed inclusività digitale eco-sostenibile per il micro-piccolo tessuto imprenditoriale del territorio (economia di prossimità) con basso livello di digitalizzazione, il terzo settore, il sociale (anche edu-tech, age-tech, silver economy), oltre che per tutti i progetti comunali locali volti a facilitare la fruizione di servizi web governativi, e-banking, e-commerce, telelavoro, didattica a distanza per persone o famiglie in difficoltà ad adottare le tecnologie digitali (anche per l’intrattenimento-media domestico).

Utilizzo sistemi Linux, software/hardware libero, applicazioni web (on-premises), il riuso eco-sostenibile dei propri vecchi PC (almeno Intel Core 2 Duo a 64 bit con 4 GB di RAM per i server e Core 5 per i desktop) ed in generale di tutto l’hardware elettronico obsoleto ancora funzionante (d’ufficio e d’intrattenimento domestico come i vecchi grandi televisori LCD/LED utili nella realizzazione dei sistemi di videoconferenza) per attuare piani di innovazione e digitalizzazione semplici, minimalisti, essenziali, efficienti, a basso costo presso, artigiani, agricoltori, ditte individuali, micro-piccole imprese del territorio, organizzazioni pubbliche-terzo settore (ONG, fondazioni, non profit) locali prive di budget per acquistare tecnologie informatiche proprietarie o con la necessità di accrescere la difesa dagli attacchi ransomware, tutelando nel contempo la propria privacy durante l’uso dei propri computer e smartphones.

Le mie competenze sono basate sul riuso (non rivendo computer e hardware) di vecchi PC, Raspberry Pi, sistemi Linux (Debian), software libero da utilizzare nella realizzazione ed amministrazione di piccole infrastrutture informatiche (SOHO) collaborative anche per il telelavoro (in grado di permettere l’accesso a ERP e strumenti di produttività in cloud) concepite per un utilizzo più sicuro e consapevole di internet da casa, dall’ufficio, in viaggio.

Ad oggi le attività di fornitura del servizio di consulenza informatica SMDATA LAB prevedono:

  • ricondizionamento (con l’aggiunta di più RAM, hard-disk a stato solido SSD se necessario) e formattazione dei PC desktop/portatili obsoleti (e funzionanti) Windows esistenti con il sistema operativo Linux (Debian/Ubuntu/Raspberry Pi OS) e software libero (con interfaccia utente in lingua italiana ed inglese) per la produttività personale (LibreOffice), antivirus, firewall, accesso (se già presenti in azienda) al file server Windows, gestionale ERP (solo se in web, cloud e/o sistemi legacy UNIX), internet e posta elettronica
  • installazione di file server Linux di backup supplementari (ridondanti) per rafforzare l’infrastruttura di archiviazione dati esistente basata su file server Windows (aumentando nel contempo la resilienza agli attacchi ransomware)
  • installazione di piattaforme web “privacy-preserving” (basate sul sistema operativo Linux e software libero) per la comunicazione, condivisione e collaborazione aziendale “asincrona” (anche per lo smart working ed il telelavoro)
  • realizzazione di architetture di rete per l’accesso remoto sicuro ai computer aziendali (solo per PC desktop, portatili e server Linux)
  • installazione di strumenti LibreOffice, Knime, DBeaver per l’estrazione, manipolazione, analisi dati, modellistica, simulazione e reportistica con focus su tecniche e strumenti di “contract, project & service management” per la gestione di attività, risorse, tempi nei progetti-servizi tecnici su commessa, anche in campo-cantiere (field service) e service post-vendita industriale nazionale ed internazionale.

Le tecnologie libere adottate (ricordo che i software liberi non hanno da contratto nessuna garanzia o prevedono risarcimenti per malfunzionamenti, perdite di dati, violazioni GDPR, etc.) sono selezionate per essere installate gradualmente (inizialmente in sola modalità/architettura “on-premises” e futuribilmente presso data centers locali) nell’infrastruttura informatica esistente attraverso il riutilizzo (eco-sostenibile) e il ricondizionamento di vecchi PC desktop/portatili già in uso (almeno Intel Core 2 Duo a 64 bit con 4 GB di RAM per i server e Core 5 per i desktop/notebook) limitando gli oneri per l’acquisto di nuovo hardware, licenze d’uso, rafforzando nel contempo la tutela della privacy degli utenti e la protezione dai principali attacchi informatici.

Il processo di ammodernamento non influisce sul resto dei desktop, portatili, file server lasciati sotto l’ambiente Windows o sui gestionali (ERP), periferiche, dispositivi di rete. 

In tutti i progetti vengono adottate tecnologie libere, robuste, scalabili e resilienti (agli attacchi informatici) facilmente amministrabili e ripristinabili (in caso di guasto).

Non è prevista l’integrazione con sistemi d’autenticazione centralizzata o tecnologie esterne in quanto vanificherebbero la stabilità ed il livello di disponibilità dei sistemi Linux (oltre a complicare la ricerca di malfunzionamenti ed innescare la necessità di dover chiedere il supporto a pagamento anche degli integratori esperti in sistemi Windows).

PERCHE PROMUOVO E SUPPORTO L’ ADOZIONE DELL’ INFORMATICA LIBERA SUL TERRITORIO

Lettore di saggi-ricerche sulle asimmetrie economico-sociali derivanti dai cambiamenti nel mondo del lavoro oltre che promotore degli emergenti modelli di imprenditorialità etica (es. modello Olivettiano creatore di valore e benessere per tutta la società), umanesimo industriale, economia di prossimità generativa e crescita economica alternativi (in grado di innescarsi-partire dal basso, sviluppare legami virtuosi-sostenibili tra impresa, collaboratori, territorio, ambiente, stakeholder, shareholder) anche basati sull’adozione-riuso di tecnologie minimaliste/low-cost e pratiche d’innovazione sul territorio basate sull’ingegneria/innovazione frugale e la sovranità-indipendenza tecnologica (dove possibile).

Mi sto inoltre specializzando in informatica libera (Open Source) minimalista, frugal engineering/innovation e tecnologie digitali aperte, etiche, sostenibili anche e soprattutto per proteggersi dai ransomware, salvaguardare la propria privacy e migliorare l’anonimato in rete oltre che dalla pervasività, dipendenza, influenza, disinformazione, manipolazione, condizionamento (culturale, sociologico, psicologico), ingerenza (e relativi rischi psicologici, sociali, sicurezza, frodi) derivante dall’uso delle piattaforme-servizi internet (sia da PC che da telefonia mobile).

L’Innovazione Frugale, non è un moderno eccentrico modello di business, ma la base di partenza sulla quale nel 900 sono nate e si sono sviluppate molte tra le grandi imprese occidentali, fondate da gente comune senza grandi capitali alle spalle

Promuovere modelli di business basati sull’innovazione frugale ed economia di prossimità non è semplice, in particolare in una società moderna-tecnologica sempre più pervasa da una cultura imprenditoriale di estrazione startuppara-californiana per business “irreali e/o difficilmente praticabili”. Quasi sempre improntata su grandi investimenti, capitali, fatturati, campo d’azione internazionale ed high-tech.

Distorsione culturale (incessantemente alimentata da un marketing hype di stampo corporate sempre più sensazionalistico e manipolatorio) che da anni, complice la progressiva deindustrializzazione nazionale ed il susseguirsi delle crisi internazionali (policrisi), ostacola l’ideazione e la messa a punto di un reale, efficace e massiccio piano di rilancio dell’economia e del lavoro “tradizionale” (ben lontano dagli elitari mestieri dell’high-tech o dei Working-Poors della Gig Economy e dagli incarichi professionali “senza senso” descritti dall’antropologo David Graeber nel magistrale saggio Bullshit Jobs) su tutto il territorio Italiano.

E’ vero, numerosi tentativi sono già stati fatti, ma raramente hanno sortito un effetto di rilancio duraturo-crescente dell’economia e del mercato del lavoro (mi riferisco ai lavori non precari, qualificati e retribuiti il giusto) perchè non si è quasi mai tenuto conto nel B2B della reale (limitata) capacità d’investimento e relativo mercato di riferimento delle aziende nazionali che non è propriamente da “Silicon Valley americana o regione della Ruhr in Germania” (il 94,9% del tessuto imprenditoriale italiano è costituito da micro imprese secondo l’ Italy – SBA Fact Sheet 2019 pubblicato dall’EU), senza dimenticare lato B2C del sempre più basso potere d’acquisto delle famiglie (in passato avevamo almeno l’automotive che trainava un grandissimo indotto su molti territori, ma attualmente c’è tanta incertezza anche in questo comparto).

Oggi un’impresa che si propone sul mercato basandosi su modelli di innovazione frugale (fornitura-adozione di soluzioni efficienti, economiche, minimaliste e sostenibili realizzate quasi sempre con risorse materiali-tecnologie “minimaliste & low-tech” (che non equivale ad arretrato, primitivo, obsoleto ma ad essenziale-efficiente-robusto-affidabile-economico) già abbondantemente/liberamente disponibili e a basso costo) è di frequente associata alle sole iniziative di sviluppo economico nei paesi emergenti operate dalle ONG. Trascurando così il fatto che tale modo di fare impresa sul territorio ben si adatta in tempi di crisi a sostenere anche qui in Italia una forte economia di prossimità.

A chi ragiona ancora in questi termini “limitanti” sono solito consigliare la lettura  degli studi dei premi Nobel economia Abhijit Banerjee e Esther Duflo divulgati nel loro libro “Una buona economia per tempi difficili” oltre alle biografie della maggior parte dei nostri primi capitani d’industria che nel dopoguerra grazie proprio ad un approccio d’ingegneria frugale (uno dei più diffusi era la riparazione, riuso dei residui bellici per creare nuovi prodotti a basso costo) e forte visione pragmatica, hanno nel tempo creato in Italia (o all’estero se emigranti) innumerevoli posti di lavoro e benessere-valore-ricchezza sul territorio dove operavano (all’opposto di quanto avviene oggi di frequente con l’insediamento di corporations finalizzate a “estrarre” valore e rendite a beneficio di una minoranza di privilegiate “élite estrattive”. Tema affrontato nel saggio “Perché le nazioni falliscono. Le origini di potenza, prosperità e povertà” di Daron Acemoğlu e James A. Robinson).

L’innovazione frugale non è associata esclusivamente al comparto tecnologico, produttivo, ma anche al modello di un qualsiasi altro business attuabile “in condizioni di croniche avversità economiche”. Esplorerò pertanto le similitudini tra il modello di business di Amadeo Peter Giannini fondatore della Bank of Italy e i moderni-attuali modelli d’innovazione frugale ed economia di prossimità, considerando il contesto moderno caratterizzato da policrisi, forte decrescita economica e globalizzazione fonti di crescenti disuguaglianze sociali e perdita di ricchezza sul territorio (con relativa progressiva scomparsa della classe media).

Sul sito della Camera Italiana è possibile leggere la biografia e la storia della sua banca che si fuse poi con Bank of America. Attività (basata su una profonda conoscenza del tessuto economico locale e della reale necessità-capacità finanziaria dei suoi clienti) nata come micro istitututo di credito operativo in California (anche con sedi di fortuna e tanto di carrettino itinerante lungo le strade di San Francisco dopo il terremoto).

Il modello di business di Amadeo Peter Giannini:

  • Giannini ha fondato la Bank of Italy nel 1904 con l’obiettivo di fornire servizi finanziari accessibili alle persone comuni, in particolare agli immigrati italiani e ai micro imprenditori che erano spesso esclusi dalle grandi banche dell’epoca
  • Il suo approccio si basava sulla fiducia nella comunità locale e sull’accesso al credito per i settori marginalizzati della società, consentendogli di costruire una vasta base di clienti e di espandere rapidamente il suo business. In un ottica di scalabilità del proprio numero di clienti è naturale che in una qualsiasi nazione o porzione di territorio la parte di popolazione che dispone di limitate risorse finanziare è sicuramente in maggior numero di chi detiene grandi capitali. Spesso nel mondo degli affari concentrarsi sui “tanti” con poco potere di spesa è nel medio-lungo periodo più vantaggioso oltre che più facile (per via della minor concorrenza) che sviluppare un business rivolto ai “pochi” con elevatà disponibilità finanziaria (ragionamento banale che sembra sia stato dimenticato ai giorni nostri dalle case automobilistiche europee che si lamentano quotidianamente di non riuscire più a vendere le sempre più costose automobili)

Innovazione frugale ed economia di prossimità:

  • L’innovazione frugale si concentra sull’ideazione di soluzioni pratiche ed economiche utilizzando risorse limitate immediatamente e/o già disponibili sul territorio. Questo approccio è particolarmente rilevante in contesti di forte decrescita economica e difficoltà nelle forniture (aumenti dei lead-time e costi d’acquisto)
  • L’economia di prossimità promuove lo sviluppo economico locale, incoraggiando la produzione e il consumo di beni e servizi all’interno della comunità, piuttosto che dipendere dalle fragili e costose catene di approvvigionamento globali

Similitudini tra il modello di Giannini e i moderni approcci frugali:

  • Focalizzazione sulla comunità: Entrambi i modelli pongono l’accento sulla comunità locale come punto focale delle attività economiche. Giannini ha iniziato a servire la comunità italiana a San Francisco, mentre l’innovazione frugale ed economia di prossimità si concentrano sulle comunità locali per creare valore/lavoro e affrontare le sfide emergenti specifiche del territorio
  • Accesso al credito per i settori marginalizzati: Giannini ha introdotto l’innovazione di offrire prestiti a persone che non avevano accesso al sistema bancario tradizionale. Allo stesso modo, l’innovazione frugale ed economia di prossimità spesso mirano a fornire servizi e prodotti accessibili alle persone escluse dall’economia globale “mainstream”
  • Adattabilità e flessibilità: Giannini ha dimostrato un approccio agile e flessibile nel suo modello di business, adattando i servizi bancari alle esigenze della sua clientela. Questa flessibilità è una caratteristica fondamentale anche dell’innovazione frugale ed economia di prossimità, che si adattano alle esigenze specifiche delle comunità locali
  • Utilizzo efficiente delle risorse: La Bank of Italy è cresciuta rapidamente utilizzando risorse limitate, concentrandosi sull’efficienza e sull’ottimizzazione delle risorse disponibili. Allo stesso modo, l’innovazione frugale ed economia di prossimità cercano di massimizzare l’uso delle risorse locali per creare valore nella comunità

Contesto moderno di policrisi, decrescita economica e globalizzazione:

  • In un contesto di policrisi, forte decrescita economica e globalizzazione disuguale, i modelli di business basati sull’innovazione frugale ed economia di prossimità diventano sempre più importanti per affrontare le sfide emergenti e creare resilienza-sviluppo economica-sociale nelle comunità locali
  • Questi approcci offrono un’alternativa sostenibile alla dipendenza dalle economie globali e alle catene di approvvigionamento fragili, promuovendo lo sviluppo economico locale e riducendo le disuguaglianze sociali

In conclusione, il modello di business di Amadeo Peter Giannini e i moderni approcci di innovazione frugale ed economia di prossimità condividono numerose similitudini, specialmente nell’attenzione alla comunità locale, nella limitata capacità finanziaria per i settori marginalizzati che intendono servire, nell’adattabilità e nell’utilizzo efficiente delle risorse. In un contesto di policrisi, decrescita economica e globalizzazione disuguale, questi modelli offrono un’alternativa sostenibile per affrontare le sfide emergenti e promuovere uno sviluppo economico diffuso più equo e resiliente.

Innovazione Frugale, Informatica Libera e Economia di Prossimità: La Trinità per un Futuro Sostenibile

Nell’era digitale in cui ci troviamo immersi, l’innovazione frugale e l’adozione dell’informatica libera (sistemi Linux, software libero Open Source/FLOSS) si presentano come potenti strumenti per promuovere uno sviluppo economico sostenibile, favorire l’inclusione digitale e ridurre l’impatto ambientale (oltre a mitigare la dipendenza tecnologica dall’estero quando le catene di fornitura diventano fragili o troppo costose). Quando combinati con il riuso dei computer obsoleti, questi approcci possono diventare catalizzatori per la crescita delle micro imprese e migliorare la qualità della vita delle persone (in particolare per quelle categorie escluse o che hanno difficoltà ad accedere ai servizi digitali), specialmente nelle comunità locali.

Innovazione Frugale: Fare di Più con Meno

L’innovazione frugale è un approccio tecnologico (e più recentemente anche modello di business e sviluppo) che promuove l’idea di ottenere risultati significativi con risorse limitate. Originariamente associata ai contesti economicamente svantaggiati, questa mentalità ha dimostrato di essere altrettanto efficace in contesti più sviluppati (o afflitti da crescente/cronico declino economico – vedi gli studi dei premi Nobel economia Abhijit Banerjee e Esther Duflo divulgati nel loro libro “Una buona economia per tempi difficili”). L’obiettivo principale è quello di massimizzare il valore e minimizzare gli sprechi.

Nell’ambito dell’informatica, l’innovazione frugale si traduce nell’adozione di soluzioni efficienti, economiche, minimaliste e sostenibili. Questo può includere l’uso di software open source, la riduzione dei consumi energetici e l’estensione della vita utile dell’hardware.

Informatica Libera: Liberare il Potenziale

L’informatica libera, rappresentata da sistemi operativi come Linux e da software open source, offre una via alternativa e aperta rispetto alle soluzioni proprietarie. Questi strumenti non solo sono liberi (attenzione la licenza è gratuita, ma non il supporto tecnico), ma anche molto più sicuri (lato minacce informatiche) ed orientati maggiormente a tutelare la privacy degli utenti. Inoltre, promuovono “eticamente” la trasparenza, la condivisione della conoscenza e la collaborazione.

L’adozione dell’informatica libera consente alle micro imprese e alle persone di ridurre i costi legati alla tecnologia, eliminando la dipendenza da licenze costose e promuovendo la libertà di utilizzo e modifica del software.

Riuso dei Computer Obsoleti: Dando Nuova Vita all’Hardware

In un’epoca in cui la tecnologia diventa obsoleta a un ritmo sempre più rapido (e gli approvvigionamenti/forniture di hardware, sempre più costose, lunghe, difficili e soprattutto vulnerabili ad ogni crisi internazionale), il riuso dei computer obsoleti rappresenta una soluzione immediata, intelligente ed ecologica. Piuttosto che scartare vecchi dispositivi, è possibile aggiornarli e riutilizzarli per scopi diversi.

Con l’installazione di sistemi operativi leggeri, minimalisti e ottimizzati, i computer obsoleti possono essere trasformati in strumenti efficienti per svolgere una vasta gamma di compiti, dall’elaborazione di testi e calcoli alla gestione dei files/ed erogazione di applicativi web con piccoli server locali.

Economia di Prossimità: Sostenere le Comunità Locali

L’economia di prossimità si concentra sull’idea di favorire lo sviluppo economico locale, promuovendo la produzione e il consumo di beni e servizi all’interno della stessa comunità. Questo approccio non solo riduce l’impatto ambientale legato al trasporto di merci, ma anche rafforza i legami sociali, promuove la solidarietà e soprattutto crea concrete opportunità di lavoro (anche qualificato, lontano dalle “fumose” mansioni degradanti descritte magistralmente nel saggio Bullshit Jobs dall’antropologo David Graeber) locale.

L’utilizzo di modelli di innovazione frugale e informatica libera all’interno dell’economia di prossimità può portare a una serie di vantaggi, inclusi:

  1. Riduzione dei Costi: Le micro imprese possono ridurre i costi operativi adottando soluzioni tecnologiche frugali e open source, consentendo loro di investire in altre aree cruciali del loro business.
  2. Accessibilità Digitale: L’adozione di tecnologie aperte e il riuso di computer obsoleti possono contribuire a ridurre il digital divide, consentendo a un numero maggiore di persone e imprese di accedere agli strumenti digitali necessari per prosperare nell’economia digitale (o semplicemente ad accedere a servizi vitali di e-banking e/o istituzionali come SPID o richieste per ricette/visite mediche).
  3. Sostenibilità Ambientale: Riducendo il consumo di risorse elettroniche e promuovendo il riuso degli hardware, si può contribuire a mitigare l’impatto ambientale dell’industria tecnologica, riducendo l’accumulo di rifiuti elettronici.
  4. Crescita Locale: Supportando le micro-piccole imprese e le iniziative locali, si stimola la crescita economica nelle comunità, creando opportunità di lavoro e migliorando la qualità della vita.

Conclusioni

L’innovazione frugale, l’informatica libera e l’economia di prossimità rappresentano un trittico vincente per costruire un futuro sostenibile e inclusivo. Combinate insieme, queste approcci possono favorire la crescita economica, promuovere l’accessibilità digitale e ridurre l’impatto ambientale della tecnologia. Investire in queste pratiche non solo migliorerà le prospettive delle micro imprese e delle persone, ma contribuirà anche a creare una società più equa e resiliente.

Precisazioni:

L’informatica libera (Linux, Open Source, FLOSS) viene spesso erroneamente paragonata (principalmente dai big players del mondo IT) al mondo del low-tech, movimento maker e innovazione/ingegneria frugale per diverse ragioni:

1. Costi:

  • Il software open source è spesso gratuito o ha un costo inferiore rispetto al software commerciale.
  • Questo lo rende accessibile a un pubblico più ampio, incluse le micro-piccole imprese e i privati con budget limitati.

2. Semplicità:

  • Il software open source è spesso più semplice, minimale e leggero rispetto al software commerciale.
  • Questo lo rende più facile da usare e da installare, anche su computer con prestazioni ridotte.

3. Flessibilità:

  • Il software open source è spesso più flessibile e adattabile rispetto al software commerciale.
  • Questo permette (se si sa programmare) di modificarlo e personalizzarlo per soddisfare le esigenze specifiche dell’utente.

4. Filosofia:

  • Il movimento open source si basa sulla filosofia della condivisione e della collaborazione.
  • Questo lo rende più vicino al mondo low-tech dell’innovazione/ingegneria frugale, che spesso si basa su principi di autosufficienza e di comunità.

Tuttavia, è importante sottolineare che l’informatica open source non è necessariamente low-tech, anche se è quasi sempre minimalista, essenziale, efficace, robusta, affidabile. Esistono molti software open source avanzati e complessi, utilizzati da aziende e organizzazioni di tutto il mondo.

Inoltre, il mondo low-tech e/o minimalista non è necessariamente sinonimo di “primitivo” o “arretrato (basta vedere quotidianamente che succede nell’ambito difesa con l’uso di droni dal costo di soli 500 US$, in grado di conseguire la superiorità su armamenti di centinaia di migliaia di US$). La tecnologia low-tech e/o minimalista può essere altamente efficace e appropriata in determinate circostanze, come in contesti con risorse limitate o in aree con scarsa infrastruttura digitale.

In definitiva, il paragone tra informatica open source e mondo low-tech è una semplificazione. Le due realtà sono in realtà molto diverse e complesse, con caratteristiche e vantaggi specifici.

In conclusione, l’informatica libera (Linux, open source, FLOSS) offre una vasta gamma di possibilità per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative, efficienti e accessibili, anche in contesti complessi e con risorse limitate.

SMDATA Lab – Sensing, Monitoring & Data Acquisition | Connectivity & OT

Lavoro ad un “side-project “ per l’economia di prossimità/innovazione tecnologica del territorio (attualmente in fase R&D, ricerca specifiche nuove partnerships tecniche, commerciali), rivolto allo sviluppo di una piccola (collaborativa e smart-work ready) organizzazione in outsourcing di project & service management (field/after-sales), specializzata nella gestione (commerciale, contrattuale, tecnico-economica, organizzativa, logistica, esecutiva, HSE, dispute-controversie-contenziosi) di piccoli e semplici progetti OT minimalisti (principalmente prototipi/P.O.C. lato tecnologie Industria 4.0, IoT e sistemi embedded) per il rilevamento, monitoraggio, data logging e connettività più in generale, e non più solo legati all’ambito industriale.

Progetti OT realizzati mediante l’uso cost-effective di sistemi Linux e software libero implementati su PC obsoleti, low-cost PLC/schede elettroniche embedded (focus su dispositivi open-hardware/openEmbedded, industrial-grade Linux) e single board computers.

L’infrastruttura informatica di gestione progetti & servi tecnici su commessa è prototipale oltre che realizzata con sistemi Linux, software libero ed il “riuso” di computer obsoleti.

Il side-project si inserisce come naturale estensione alle altre mie infrastrutture informatiche (SOHO) collaborative dedicate alla raccolta, condivisione, analisi dati per le attività di coordinamento-esecuzione interventi in campo-cantiere (field service & service post-vendita) e gestione del ciclo di vita (knowledge/life-cycle/asset management) della base d’installato (storico interventi, guasti, modifiche, selezione ricambi, manualistica, schemi-disegni, configurazioni-personalizzazioni hardware, versioni software) specificamente lato architetture informatiche industriali (OT & Embedded) dei sistemi “software-intensive” SCADA/ICS/IACS di supervisione, automazione, controllo (e relativa quadristica elettrica di comando, bordo macchina).

Digitalizzazione e opportunità sul territorio: come l’adozione di tecnologie digitali libere ed il riuso dei vecchi PC può beneficiare i professionisti informatici, micro-piccole imprese, comunità, associazioni e organizzazioni locali

Nell’era moderna in cui viviamo, l’adozione di tecnologie digitali è diventata una necessità irrimandabile per molte imprese e organizzazioni. Tuttavia, spesso ciò può rappresentare una sfida, specialmente per le micro-piccole imprese (in particolare artigiani, ditte individuali, società di persone e/o limitata responsabilità-capitalizzazione), comunità, associazioni e organizzazioni locali che possono essere limitati dai costi associati all’acquisto di nuovi dispositivi o software proprietari.

Ma c’è una soluzione che offre vantaggi immediati: l’uso di tecnologie digitali libere (Linux, software Open Source, technologie FLOSS) e il riuso dei vecchi PC. Questa pratica non solo offre una soluzione economica e sostenibile per l’ammodernamento digitale, ma crea anche e soprattutto opportunità per i professionisti informatici locali.

Un vantaggio immediato è che l’adozione di tecnologie digitali libere permette di ridurre i costi di licenza e di software, permettendo ai liberi professionisti informatici di offrire servizi a prezzi più competitivi. Ciò consente di accedere a un vasto mercato composto da innumerevoli piccoli progetti di ammodernamento digitale, anche se privo di grande potere di spesa. Le organizzazioni sul territorio private e pubbliche come le scuole, le biblioteche, le associazioni più in generale oltre alle micro-piccole imprese locali (in particolare gli artigiani e le molte ditte individuali/di persone ed agricole), possono beneficiare dell’esperienza e delle competenze dei professionisti informatici di distretto per migliorare la loro infrastruttura digitale a costi accessibili.

Inoltre, il riuso dei vecchi PC permette di ridurre l’impatto ambientale dello smaltimento dei dispositivi obsoleti e contribuisce alla sostenibilità ambientale. Questa pratica può anche essere un’opportunità per creare iniziative di economia circolare locali, come la riparazione e il riuso di dispositivi informatici, generando ulteriori opportunità di lavoro per i piccoli specialisti informatici-elettronici del territorio.

Ma i benefici non si limitano solo all’aspetto economico. L’adozione di tecnologie digitali libere e il riuso dei vecchi PC possono anche favorire la crescita diretta professionale dei singoli specialisti del digitale, senza i costosi esborsi per corsi-certificazioni legati all’adozione di tecnologie digitali proprietarie. Essi possono acquisire nuove competenze e conoscenze attraverso la partecipazione alla comunità di software libero, l’accesso a risorse online gratuite e la collaborazione con altri professionisti informatici anche a livello internazionale-globale. Ciò può portare a una maggiore specializzazione e a opportunità di networking, aprendo la strada a progetti più complessi e remunerativi (anche all’estero).

In sintesi, l’adozione diffusa di tecnologie digitali libere e il riuso dei vecchi PC offrono molteplici vantaggi e numerose-piccole opportunità anche durante le complesse congiunture economiche degli ultimi anni. Non solo permettono di accedere a un vasto mercato di ammodernamento digitale (trascurato, snobbato dalle medie e grandi aziende informatiche), ma favoriscono anche la sostenibilità ambientale, la crescita professionale e la creazione di opportunità economiche a livello locale. Pertanto, è importante promuovere e sostenere questi emergenti modelli di business, al fine di stimolarne un maggior sviluppo sul territorio.

PERCHE PROMUOVO E SUPPORTO L’ ADOZIONE DELL’ INFORMATICA LIBERA SUL TERRITORIO

Lettore di saggi-ricerche sulle asimmetrie economico-sociali derivanti dai cambiamenti nel mondo del lavoro oltre che promotore degli emergenti modelli di imprenditorialità etica (es. modello Olivettiano creatore di valore e benessere per tutta la società), umanesimo industriale, economia di prossimità generativa e crescita economica alternativi (in grado di innescarsi-partire dal basso, sviluppare legami virtuosi-sostenibili tra impresa, collaboratori, territorio, ambiente, stakeholder, shareholder) anche basati sull’adozione-riuso di tecnologie minimaliste/low-cost e pratiche d’innovazione sul territorio basate sull’ingegneria/innovazione frugale e la sovranità-indipendenza tecnologica (dove possibile).

Mi sto inoltre specializzando in informatica libera (Open Source) minimalista, frugal engineering/innovation e tecnologie digitali aperte, etiche, sostenibili anche e soprattutto per proteggersi dai ransomware, salvaguardare la propria privacy e migliorare l’anonimato in rete oltre che dalla pervasività, dipendenza, influenza, disinformazione, manipolazione, condizionamento (culturale, sociologico, psicologico), ingerenza (e relativi rischi psicologici, sociali, sicurezza, frodi) derivante dall’uso delle piattaforme-servizi internet (sia da PC che da telefonia mobile).