L’Innovazione Frugale, non è un moderno eccentrico modello di business, ma la base di partenza sulla quale nel 900 sono nate e si sono sviluppate molte tra le grandi imprese occidentali, fondate da gente comune senza grandi capitali alle spalle

Promuovere modelli di business basati sull’innovazione frugale ed economia di prossimità non è semplice, in particolare in una società moderna-tecnologica sempre più pervasa da una cultura imprenditoriale di estrazione startuppara-californiana per business “irreali e/o difficilmente praticabili”. Quasi sempre improntata su grandi investimenti, capitali, fatturati, campo d’azione internazionale ed high-tech.

Distorsione culturale (incessantemente alimentata da un marketing hype di stampo corporate sempre più sensazionalistico e manipolatorio) che da anni, complice la progressiva deindustrializzazione nazionale ed il susseguirsi delle crisi internazionali (policrisi), ostacola l’ideazione e la messa a punto di un reale, efficace e massiccio piano di rilancio dell’economia e del lavoro “tradizionale” (ben lontano dagli elitari mestieri dell’high-tech o dei Working-Poors della Gig Economy e dagli incarichi professionali “senza senso” descritti dall’antropologo David Graeber nel magistrale saggio Bullshit Jobs) su tutto il territorio Italiano.

E’ vero, numerosi tentativi sono già stati fatti, ma raramente hanno sortito un effetto di rilancio duraturo-crescente dell’economia e del mercato del lavoro (mi riferisco ai lavori non precari, qualificati e retribuiti il giusto) perchè non si è quasi mai tenuto conto nel B2B della reale (limitata) capacità d’investimento e relativo mercato di riferimento delle aziende nazionali che non è propriamente da “Silicon Valley americana o regione della Ruhr in Germania” (il 94,9% del tessuto imprenditoriale italiano è costituito da micro imprese secondo l’ Italy – SBA Fact Sheet 2019 pubblicato dall’EU), senza dimenticare lato B2C del sempre più basso potere d’acquisto delle famiglie (in passato avevamo almeno l’automotive che trainava un grandissimo indotto su molti territori, ma attualmente c’è tanta incertezza anche in questo comparto).

Oggi un’impresa che si propone sul mercato basandosi su modelli di innovazione frugale (fornitura-adozione di soluzioni efficienti, economiche, minimaliste e sostenibili realizzate quasi sempre con risorse materiali-tecnologie “minimaliste & low-tech” (che non equivale ad arretrato, primitivo, obsoleto ma ad essenziale-efficiente-robusto-affidabile-economico) già abbondantemente/liberamente disponibili e a basso costo) è di frequente associata alle sole iniziative di sviluppo economico nei paesi emergenti operate dalle ONG. Trascurando così il fatto che tale modo di fare impresa sul territorio ben si adatta in tempi di crisi a sostenere anche qui in Italia una forte economia di prossimità.

A chi ragiona ancora in questi termini “limitanti” sono solito consigliare la lettura  degli studi dei premi Nobel economia Abhijit Banerjee e Esther Duflo divulgati nel loro libro “Una buona economia per tempi difficili” oltre alle biografie della maggior parte dei nostri primi capitani d’industria che nel dopoguerra grazie proprio ad un approccio d’ingegneria frugale (uno dei più diffusi era la riparazione, riuso dei residui bellici per creare nuovi prodotti a basso costo) e forte visione pragmatica, hanno nel tempo creato in Italia (o all’estero se emigranti) innumerevoli posti di lavoro e benessere-valore-ricchezza sul territorio dove operavano (all’opposto di quanto avviene oggi di frequente con l’insediamento di corporations finalizzate a “estrarre” valore e rendite a beneficio di una minoranza di privilegiate “élite estrattive”. Tema affrontato nel saggio “Perché le nazioni falliscono. Le origini di potenza, prosperità e povertà” di Daron Acemoğlu e James A. Robinson).

L’innovazione frugale non è associata esclusivamente al comparto tecnologico, produttivo, ma anche al modello di un qualsiasi altro business attuabile “in condizioni di croniche avversità economiche”. Esplorerò pertanto le similitudini tra il modello di business di Amadeo Peter Giannini fondatore della Bank of Italy e i moderni-attuali modelli d’innovazione frugale ed economia di prossimità, considerando il contesto moderno caratterizzato da policrisi, forte decrescita economica e globalizzazione fonti di crescenti disuguaglianze sociali e perdita di ricchezza sul territorio (con relativa progressiva scomparsa della classe media).

Sul sito della Camera Italiana è possibile leggere la biografia e la storia della sua banca che si fuse poi con Bank of America. Attività (basata su una profonda conoscenza del tessuto economico locale e della reale necessità-capacità finanziaria dei suoi clienti) nata come micro istitututo di credito operativo in California (anche con sedi di fortuna e tanto di carrettino itinerante lungo le strade di San Francisco dopo il terremoto).

Il modello di business di Amadeo Peter Giannini:

  • Giannini ha fondato la Bank of Italy nel 1904 con l’obiettivo di fornire servizi finanziari accessibili alle persone comuni, in particolare agli immigrati italiani e ai micro imprenditori che erano spesso esclusi dalle grandi banche dell’epoca
  • Il suo approccio si basava sulla fiducia nella comunità locale e sull’accesso al credito per i settori marginalizzati della società, consentendogli di costruire una vasta base di clienti e di espandere rapidamente il suo business. In un ottica di scalabilità del proprio numero di clienti è naturale che in una qualsiasi nazione o porzione di territorio la parte di popolazione che dispone di limitate risorse finanziare è sicuramente in maggior numero di chi detiene grandi capitali. Spesso nel mondo degli affari concentrarsi sui “tanti” con poco potere di spesa è nel medio-lungo periodo più vantaggioso oltre che più facile (per via della minor concorrenza) che sviluppare un business rivolto ai “pochi” con elevatà disponibilità finanziaria (ragionamento banale che sembra sia stato dimenticato ai giorni nostri dalle case automobilistiche europee che si lamentano quotidianamente di non riuscire più a vendere le sempre più costose automobili)

Innovazione frugale ed economia di prossimità:

  • L’innovazione frugale si concentra sull’ideazione di soluzioni pratiche ed economiche utilizzando risorse limitate immediatamente e/o già disponibili sul territorio. Questo approccio è particolarmente rilevante in contesti di forte decrescita economica e difficoltà nelle forniture (aumenti dei lead-time e costi d’acquisto)
  • L’economia di prossimità promuove lo sviluppo economico locale, incoraggiando la produzione e il consumo di beni e servizi all’interno della comunità, piuttosto che dipendere dalle fragili e costose catene di approvvigionamento globali

Similitudini tra il modello di Giannini e i moderni approcci frugali:

  • Focalizzazione sulla comunità: Entrambi i modelli pongono l’accento sulla comunità locale come punto focale delle attività economiche. Giannini ha iniziato a servire la comunità italiana a San Francisco, mentre l’innovazione frugale ed economia di prossimità si concentrano sulle comunità locali per creare valore/lavoro e affrontare le sfide emergenti specifiche del territorio
  • Accesso al credito per i settori marginalizzati: Giannini ha introdotto l’innovazione di offrire prestiti a persone che non avevano accesso al sistema bancario tradizionale. Allo stesso modo, l’innovazione frugale ed economia di prossimità spesso mirano a fornire servizi e prodotti accessibili alle persone escluse dall’economia globale “mainstream”
  • Adattabilità e flessibilità: Giannini ha dimostrato un approccio agile e flessibile nel suo modello di business, adattando i servizi bancari alle esigenze della sua clientela. Questa flessibilità è una caratteristica fondamentale anche dell’innovazione frugale ed economia di prossimità, che si adattano alle esigenze specifiche delle comunità locali
  • Utilizzo efficiente delle risorse: La Bank of Italy è cresciuta rapidamente utilizzando risorse limitate, concentrandosi sull’efficienza e sull’ottimizzazione delle risorse disponibili. Allo stesso modo, l’innovazione frugale ed economia di prossimità cercano di massimizzare l’uso delle risorse locali per creare valore nella comunità

Contesto moderno di policrisi, decrescita economica e globalizzazione:

  • In un contesto di policrisi, forte decrescita economica e globalizzazione disuguale, i modelli di business basati sull’innovazione frugale ed economia di prossimità diventano sempre più importanti per affrontare le sfide emergenti e creare resilienza-sviluppo economica-sociale nelle comunità locali
  • Questi approcci offrono un’alternativa sostenibile alla dipendenza dalle economie globali e alle catene di approvvigionamento fragili, promuovendo lo sviluppo economico locale e riducendo le disuguaglianze sociali

In conclusione, il modello di business di Amadeo Peter Giannini e i moderni approcci di innovazione frugale ed economia di prossimità condividono numerose similitudini, specialmente nell’attenzione alla comunità locale, nella limitata capacità finanziaria per i settori marginalizzati che intendono servire, nell’adattabilità e nell’utilizzo efficiente delle risorse. In un contesto di policrisi, decrescita economica e globalizzazione disuguale, questi modelli offrono un’alternativa sostenibile per affrontare le sfide emergenti e promuovere uno sviluppo economico diffuso più equo e resiliente.